Un freno immune dalla magnetizzazione residua

Può succedere che in alcuni casi, la carcassa del freno subisca un’isteresi magnetica. Questa magnetizzazione residua può generare problemi tecnici che compromettono il buon funzionamento del freno stesso e dell’applicazione.

Grazie al restyling del freno elettromagnetico KEB COMBINORM B, la magnetizzazione residua non si verifica e aumenta la durata del freno stesso.

Come si verifica il fenomeno della magnetizzazione residua

I freni hanno il compito di effettuare frenate statiche e dinamiche in numerose applicazioni. A seconda del tipo di applicazione, la carcassa del freno può essere soggetta a magnetizzazione residua.

Questo fenomeno ha più possibilità di verificarsi in caso di cicliche con numerosi inserzioni: il disco indotto rimane in contatto con l’elettromagnete magnete e l’applicazione rimane bloccata.

Oltre all’anomalia applicativa e possibili danneggiamenti al motore su cui è montato, un’ altra importante conseguenza è l’aumento dell’usura.

Questo problema viene risolto grazie ad una variante costruttiva dell’elettromagnete del freno positivo COMBINORM B.

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Proprietà anti magnetizzazione residua

La peculiarità del freno è la carcassa.
"Abbiamo sviluppato il COMBINORM B come un freno esente da magnetizzazione residua", spiega Simon Janke del reparto vendite freni ed innesti di KEB Automation. "A tal fine, ci affidiamo a un traferro creato artificialmente che impedisce all'indotto di aderire al magnete e non ci sono effetti negativi sulla coppia".

KEB Combinorm B

Originariamente prodotto su richiesta specifica di un cliente, il freno con proprietà anti magnetizzazione residua è ora disponibile per l'uso in un'ampia gamma di campi applicativi. “I classici settori in cui il freno positivo viene utilizzato sono: avvolgitori, sistemi di porte e cancelli, rulliere, macchine di bilanciamento o di smistamento", spiega Janke. Inoltre, il COMBINORM B è adatto anche come soluzione per il settore medicale o le macchine per l'imballaggio.

La proprietà di anti magnetizzazione residua permette anche tempi di commutazione rapidi, che contribuiscono ad una maggiore efficienza della macchina.
Grazie alla sua versatilità è utilizzato sia per esecuzioni standard che per esecuzioni speciali, anche su macchine esistenti dove può sostituire un freno già montato.